mercoledì 23 marzo 2011

Il mio stile misto Dandy e le sue origini...

Il dandismo, movimento dandy o daddinismo, fu un movimento culturale inglese della fine del XIX secolo. Era una dottrina dell'eleganza, della finezza e dell'originalità che si legava principalmente al linguaggio e all'abbigliamento, riassumibile come il "vivere la vita come fosse un'opera d'arte".
La definizione di un dandy potrebbe essere "un uomo dallo stile elegante, originale e ricercato e dal linguaggio forbito". Ma il dandismo non era un'estetica fissa, poteva infatti variare abbastanza notevolmente. Il dandy era l'eccentrico che si divertiva a stupire il pubblico, con atteggiamenti e gesti provocatori, con il suo modo di vestire e di vivere.
Durante l'Età Vittoriana questo tipo di mentalità era già stata concepita dal movimento artistico e culturale dei preraffaelliti, tra cui, come esponente il pittore Dante Gabriel Rossetti. Fra i dandy più conosciuti ricordiamo Lord Brummell, Oscar Wilde.
Tra i più importanti dandy italiani vicini al dandismo di Wilde possiamo trovare Gabriele D'Annunzio che identificò come radice del dandismo, già espressa nel Piacere, il disgusto aristocratico e un disprezzo antidemocratico delle masse. Un esponente famoso del movimento in Germania fu Franz Liszt.
                                                                  LORD BRUMMELL
Studiò a Eton, dal 1790, dove si distinse subito per la cura che riservava nel vestirsi. Successivamente, passò ad Oxford, per entrare nel reggimento degli Ussari, con lo scopo di incontrare il Principe di Galles, il futuro Giorgio IV, che ne aveva il comando: una volta entrato nelle sue grazie, lord Brummell prese congedo.
Si trasferì a Londra, al numero 4 di Chesterfield Street, dove teneva pranzi esclusivi.
Il 18 maggio 1816 lasciò definitivamente l'Inghilterra, a causa di un dissidio con il Reggente: per diversi anni abitò a Calais, che divenne meta di una sorta di pellegrinaggio del bel mondo inglese, a lui ancora legato. Alla sua partenza da Londra, tutti i suoi beni erano stati messi all'incanto: il ricavato della vendita contribuì a mantenerlo per alcuni anni. Quando ormai si stava avvicinando lo spettro della povertà e della prigione per debiti, venne provvidenzialmente salvato da Guglielmo IV, che lo nominò console a Caen. Qui trascorse il resto della sua vita, lontano dagli agi e dal lusso cui era abituato.
La sua fama è dovuta alla particolare cura riservata ai dettagli del suo abbigliamento. Molti seguirono il suo stile celebrativo dell'eleganza e della raffinatezza.
Il suo stile di abbigliamento (che per molti aspetti era uno stile di vita) era destinato per molti versi a sembrare eccentrico e finanche scandaloso. In un'epoca infatti in cui dominavano ancora i colori più sgargianti e le stoffe seriche, in cui si usavano le polpe e le parrucche e l'igiene era cosa considerata poco virile, con abbondante uso di profumi per coprire gli afrori del corpo, Brummell adottò invece il colore blu per gli abiti, lanciando definitivamente l'uso dei pantaloni lunghi a tubo e delle giacche da frac, relegando per sempre brache al ginocchio, calze, tricorni e giustacuore in soffitta. Prese poi a curare con particolare attenzione l'igiene intima, con generoso impiego di acqua e sapone, eliminando la parrucca incipriata (ma spesso semplicemente infarinata) arrivando fino al culmine della "bizzarria" di cambiare camicia ogni giorno.
 Presto ragazzi metterò le foto dei miei nuovi acquisti ciao a presto...Miche...

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